Da Wikipedia
Nella meccanica automobilistica, le cinture di sicurezza sono un dispositivo di sicurezza ancorato all'interno del veicolo che, in caso di urto, trattiene il corpo degli occupanti legato al sedile, evitandone l'impatto contro le strutture interne e la proiezione fuori dall'abitacolo. Sono uno dei dispositivi più importanti nel campo della sicurezza automobilistica.
Per evitare di graffiare i passeggeri, esse sono preferibilmente realizzate con materiali morbidi ma resistenti al taglio e alla scalfittura.
Attualmente in Italia, l'uso delle cinture di sicurezza è reso obbligatorio dall'articolo 172 del Codice della strada e la dotazione di cinture è condizione essenziale per l'omologazione di un veicolo da immatricolare.
Per garantirne l'utilizzo da tutti, tutte le nuove automobili sono dotate di un segnale acustico e una spia che insistentemente invitano all'allaccio delle cinture.
Storia
Le cinture di sicurezza sono un'invenzione più che secolare: il primo a brevettarle fu il francese Gustave Desirè Lebeau (che le aveva denominate "bretelle di sicurezza") nel 1903. Tuttavia le velocità non altissime delle vetture di quei tempi e i rischi di soffocamento che esse davano (all'epoca erano in cuoio) causarono la mancata diffusione dell'accorgimento.
Nel 1957, facendo seguito all'esperienza degli sport automobilistici, nei quali rivestivano anche un carattere di ausilio nel sostegno del corpo per le accelerazioni laterali, esse furono però introdotte in qualche automobile, anche se furono usate più come test che per reale convinzione nei confronti dell'utilità dell'oggetto. I risultati della sperimentazione furono comunque ritenuti molto positivi e nel 1960 furono lanciate in commercio le prime cinture di sicurezza di serie. In particolare si sostenne che le cinture, se montate in maniera corretta, avrebbero ridotto drasticamente la pericolosità dell'impatto del torace col volante in caso di brusca frenata.
Nel 1973 la Francia dichiarò le cinture obbligatorie per legge. In seguito tutte le nazioni occidentali, seguirono la legislazione transalpina (negli Stati Uniti d'America il primo stato a dichiararle obbligatorie fu il Massachusetts nel 1975, anche se attualmente non in tutti gli stati è obbligatorio il loro uso). La prima nazione a renderle obbligatorie al mondo fu l'Australia nel 1971.
In italia rese obbligatorio gli attacchi delle stesse a partire dal 15 giugno 1976 tramite l'articolo 72, comma 2 del Codice della Strada, e la Circolare D.G. n. 76/77 del 9 dicembre 1977, mentre divennero obbligatorie nel 1988 tramite la legge 111 del 1988 (obbligo che comprese i veicoli immatricolati dal 1 gennaio 1978), introducendo anche l'obbligo d'uso per i posti anteriori[1], mentre dal 14 aprile 2006 chiunque deve indossare le cinture di sicurezza, il 30 luglio 2010 questo vincolo venne imposto anche ai quadricicli leggeri (minicar)[2].
L'obbligatorietà dell'uso delle cinture non incontra però consensi unanimi: se i sostenitori dell'obbligo affermano che le cinture di sicurezza avrebbero salvato numeri elevati di vite umane e avrebbero perciò ridotto i costi sanitari a carico degli enti pubblici, di altrettanto notevole spessore sono le posizioni contrarie che essenzialmente potrebbero sintetizzarsi in queste tematiche:
la dimostrazione dell'utilità salvifica sarebbe alquanto dubbia sia in ordine alla fonte documentale (in genere governativa, conformemente ai pareri tecnici di industrie non esenti da interessamento economico e basata su dati non storici, in quanto assertivi senza prova di presunti effetti evitati), sia in ordine agli effetti, poiché la pressione esercitata sul busto, all'altezza del cuore (già cagione di conseguenze di tipo oppressorio in soggetti sensibili), in caso di incidente stradale si porrebbe in combinazione con la torsione provocata dal gioco delle inerzie e potrebbe causare lesioni permanenti eventualmente anche più gravi di quelle potenzialmente derivanti dall'impatto;
le cinture impedirebbero di abbandonare il veicolo in caso di emergenza, per esempio nel caso di incendio dello stesso o nell'imminenza o inevitabilità dell'impatto, o nel caso di fortuita sommersione o di altra contingenza nella quale la salvezza possa dipendere dall'istantaneo abbandono del mezzo, costringendo il malcapitato a patire conseguenze dell'incidente paradossalmente più gravi di quelle cui si intenderebbe limitare;
le decisioni circa la propria personale sicurezza, e le modalità di garanzia della stessa, sarebbero esclusiva competenza degli interessati, che di volta in volta, e caso per caso, dovrebbero poter decidere se volersi servire di un tale accorgimento o meno, senza che attraverso provvedimenti, per lo più economicamente vessatori, se ne imponga un obbligo normativo che irriderebbe alla dignità individuale nella parte in cui, aprioristicamente e con pregiudizio, considererebbe il cittadino incapace di una scelta autonoma su temi di tanta gravità e delicatezza come la sua stessa salute.
Bisogna però tenere conto che le cinture non solo trattengono il corpo dell'occupante al fine di non farlo impattare contro il parabrezza o contro la plancia, ma servono anche a porre l'occupante nella postura più corretta possibile al fine di ridurre la violenza dell'impatto di esso contro l'airbag (si recupera il cosiddetto Out of Position).
Caratteristiche e componenti
Le cinture di sicurezza, a norma di legge, sono costituite da:
cinghie: elementi flessibili destinati a trattenere il corpo degli occupanti. Sono costituite da una trama di fili di polimerici intrecciati e con i bordi spesso risvoltati in modo da non graffiare il collo dell'utente;
riavvolgitore: organo che consente di srotolare la cinghia per la lunghezza voluta bloccandola in caso di estrazione rapida (come per esempio accelerazione, frenata, urto, curva, ecc.);
regolatore: accessorio delle cinture che ne consente la regolazione in altezza (la regolazione corretta, secondo la normativa tecnica considerata preferibile in Italia, si avrebbe quando la cinghia passa circa a metà tra l'estremità della spalla e il collo);
ancoraggi: punti di attacco sulla struttura del veicolo, ai quali vengono fissate le cinture;
anello oscillante: strumento che consente di fissare la cintura che vi passa dentro l'ancoraggio. È generalmente costituito di acciaio con una copertura in plastica costampata e la sua deformazione plastica durante l'urto dissipa una piccola parte dell'energia;
linguetta di chiusura: semplice strumento che serve a facilitarne il fissaggio;
fibbia di chiusura con pulsante di sganciamento o "ramo fibbia": dispositivo di allacciamento e slacciamento rapido (in realtà unico) che lega le cinture al punto di ancoraggio del veicolo.
pretensionatore: è un dispositivo generalmente pirotecnico che, facendo esplodere una piccola carica pirotecnica in caso di urto, spinge un pistoncino che riavvolge la cintura (se applicato all'arrotolatore) o tira la fibbia (se applicato al ramo fibbia). Una volta entrato in funzione il pretensionatore, questo non è più riparabile e deve essere sostituito. Non si attiva se la cintura non è srotolata. Serve a bloccare il corpo dell'occupante sul sedile in posizione corretta. È importante recuperare gli errori di posizione dell'occupante (Out of Position). La forza applicata sulla cintura dal pretensionatore è chiamata Slack. Da poco è stato introdotto il pretensionatore elettrico, cioè un motore elettrico che avvolge la cintura dalla parte dell'arrotolatore. Serve per poter recuperare l'Out of Position in maniera reversibile: la cintura viene tirata solo durante l'urto e poi viene rilasciata. Al prossimo urto può essere riutilizzato senza doverlo sostituire.
Tutte le cinture di sicurezza devono essere di tipo approvato e avere il marchio di omologazione secondo le normative stabilite dal Ministero dei Trasporti.
Etichetta di omologazione
L'etichetta di omologazione applicata a ogni cintura che sia in regola con la legge italiana deve comprendere, tra l'altro:
Il numero distintivo dello Stato di omologazione. Alcuni esempi: E1 sta per Germania, E2 per Francia, E3 per Italia, E4 per Olanda.
Il numero di omologazione della Comunità Economica Europea, che è per esempio "20062".
Il numero di omologazione ECE-ONU, che può essere per esempio "0420062".
L'indicazione di fabbricazione, che ci segnala la nazione in cui è stata prodotta la cintura (per esempio, made in Italy).
La cintura di sicurezza può contenere altri optional, ma essi ovviamente non sono obbligatori per legge.
Tipi di cinture di sicurezza
I tipi di cinture di sicurezza che si possono utilizzare a norma di legge sono:
subaddominale: che fascia solo il bacino ed è dotata di due punti di ancoraggio (può essere utilizzata sul posto centrale posteriore e su quello centrale anteriore se il veicolo ne è dotato);
diagonale: Le cinture diagonali fasciano obliquamente il torace e sono dotate di due punti di ancoraggio. Esse inoltre possono essere utilizzate anche sui posti posteriori laterali;
a tre punti: è la più diffusa nelle automobili private d'Italia e del mondo. inventate nel 1959 dal tecnico Volvo Nils Bohlin, sono costituite da una cintura subaddominale e da una diagonale (utilizzata oggi sia sui posti anteriori che su quelli posteriori);
a bretella: costituita da una cintura subaddominale e da due bretelle. Le cinture a bretella vengono utilizzate su autoveicoli da competizioni (per esempio vetture rally e auto da Formula 1) e per trasporto specifico di persone in determinate condizioni fisiche.
Obbligo di utilizzo
Hanno l'obbligo di indossare le cinture di sicurezza i conducenti e i passeggeri dei veicoli delle seguenti categorie di veicoli:
L6e: cosiddette minicar;
M1: veicoli destinati al trasporto di persone, aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente (vi rientrano anche le autocaravan);
M2 e M3: veicoli destinati al trasporto di persone, aventi più di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente (sono esentati i passeggeri di veicoli autorizzati al trasporto di persone in piedi);
N1, N2 e N3: veicoli destinati al trasporto di merci.
Dopo l'introduzione della patente a punti in Italia, chi non indossa correttamente le cinture di sicurezza (o le manomette) deve subire la decurtazione di cinque punti dalla patente (dieci se l'ha ottenuta da meno di tre anni) e 76 euro di sanzione; in caso di recidiva nel biennio successivo alla prima infrazione, vi è anche la sospensione della patente per un lasso di tempo compreso da 15 giorni a due mesi.
Esenzioni (Italia)
In Italia esentati dall'obbligo di indossare le cinture di sicurezza:
le forze di polizia, gli addetti ai servizi di soccorso sanitario e di antincendio, nell'espletamento di una missione di emergenza;
gli istruttori di guida, nello svolgimento delle funzioni previste;
le donne in stato di gravidanza che siano in possesso dell'idonea certificazione medica rilasciata dal medico curante il quale attesti l'effettivo stato interessante;
le persone affette da particolari patologie per le quali le cinture siano controindicate, condizione da provare con certificato della Azienda sanitaria locale nel quale deve essere indicata la durata di validità;
gli occupanti di auto sprovviste, fin dall'origine, di attacchi per le cinture;
gli appartenenti a servizi di vigilanza privata legalmente riconosciuti, che effettuano scorte.
Auto storiche immatricolate prima del 15.6.1976.
La direttiva comunitaria 76/115/CEE recepita con D.M. 26.2.1976 ha introdotto l'obbligo di dotare le autovetture (categoria M1) omologate dal 1.1.1978 di ancoraggi per le cinture di sicurezza sia nei posti anteriori che in quelli posteriori. Il Ministero dei Trasporti con nota n. B053/2000/MOT del 22.6.2000 ha chiarito che l'obbligo di installare le cinture di sicurezza, sia nei posti anteriori che in quelli posteriori, riguarda i veicoli appartenenti alla categoria M1 immatricolati dal 15.6.1976 e muniti sin dall'origine di appositi ancoraggi. Pertanto tutti i proprietari di veicoli immatricolati prima del 1976 non sono obbligati all'installazione e, conseguentemente, all'uso dei sistemi di ritenuta, atteso che non sono sicuri i punti di ancoraggio eventualmente posti sul veicolo. In questo caso, non è obbligatorio montare le cinture, ma si è obbligati comunque all'uso se sono montate. Allo stesso modo non sono soggetti ad alcun obbligo coloro che hanno veicoli immatricolati dopo il 1976 ma sulla base di omologazioni antecedenti il 1976 e sui veicoli non siano presenti gli appositi punti di attacco sin dall'origine.
Segnalazione in vettura
I rischi comportati dalla guida senza cinture di sicurezza hanno portato le case automobilistiche a inserire nella plancia delle vetture una spia rossa (colore del pericolo), raffigurante un uomo che indossa corettamente le cinture, che si accende se le cinture anteriori sono slacciate o non correttamente inserite. Nelle vetture più recenti, alla spia si accompagna un segnale acustico di avviso (un cicalino intermittente o un bip insistente), che si protrae fino a quando le cinture non sono state allacciate correttamente.
Accorgimenti
Per migliorare l'uso delle cinture di sicurezza e migliorare la comodità d'utilizzo sono stati usati diversi accorgimenti:
Sistema per accostare la cintura su alcune automobili, in particolar modo i modelli a tre porte, la cintura del guidatore può risultare particolarmente arretrata rispetto al sedile, rendendo difficoltosa la presa della stessa, per questo alcuni modelli utilizzano un sistema che porta la cintura ad essere più vicina al sedile del guidatore.
Sistema automatico d'aggancio su alcune automobili, che utilizzano le cinture di tipo diagonale, si può utilizzare un sistema d'aggancio automatico composto da un punto d'aggancio posto alla base del sedile, mentre l'altro ha la funzione automatica, nei modelli più semplici il gancio automatico viene posto sullo sportello del guidatore ed è fisso, mentre nei modelli più complessi si ha un sistema di guide, nel quale la posizione di riposo o di non utilizzo il gancio è posto sul montate del parabrezza, mentre quando viene armato (usato) il gancio scorre e si porta nella posizione alta e laterale dello schienale del guidatore.
Clip-Confort, particolare dispositivo che permette di regolare la tensione della cintura, in quanto è possibile decidere di quanto allentare la cintura e bloccarla, in modo che questa non sforzi sulla spalla, torace ed addome.
Cuscino per cintura o copricintura o paraspalla, in questo caso viene utilizzato una particolare forma di cuscino, che avvolgendo la cintura aumenta il comfort nell'uso della stessa, in quanto riduce la forza/pressione sviluppata a livello della spalla.